Dispiace dover tornare sugli argomenti che seguiranno, ma ogni festa, durante la celebrazione eucaristica, regala omelie o preghiere dei fedeli che non possono lasciare indifferenti, e, purtroppo, in negativo. Abbiamo dimenticato ormai tante cose che segnano l’identità cristiana: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10, 41-42). La Chiesa, noi tutti, siamo troppo animalmente attaccati a questa vita e al benessere che pretendiamo da essa e così restiamo accecati cercando, più o meno consapevolmente, di schiacciare il messaggio di Cristo a una sorta di rincorsa a un Eden tutto terreno, senza guerre, senza disoccupazione, senza sofferenze, senza povertà, senza ingiustizie, senza violenza. In realtà, senza senso, perché il senso non è in tutto questo. Sono affanni umani, troppo umani, per di più schierati con il pensiero dominante, che si ha paura di contraddire o contestare o anche solo di mettere in discussione. Non ci si interroga su quello che si fa, ma vedendo una superficiale convergenza tra solidarietà terrena e religiosa, tra pace terrena e cristiana, tra lotta alla sofferenza terrena e cristiana, si schiaccia e si annulla questa su quella. Ho deciso di scrivere queste righe dopo la santa Messa di domenica 27 ottobre e quella di domenica 3 novembre, e dopo aver ascoltato le preghiere dei fedeli del 27: 1) “perché tutte le Chiese spalanchino le porte all’accoglienza delle persone che vivono il disagio sociale e religioso, per donare loro un sostegno economico e spirituale che infonda speranza per un futuro migliore”; 2) “perché gli amministratori del bene comune, liberi da ogni pregiudizio, percorrano le vie e le piazze delle città per conoscere coloro che, ai bordi delle strade, tendono la mano per essere rialzati ad una vita dignitosa”; del 3 novembre: 1) “perché i pastori della Chiesa aiutino le comunità cristiane, soprattutto quelle più ricche, a valutare i beni della terra nella continua ricerca di ciò che giova al vero bene di ogni cristiano”; 2) “perché i responsabili dell’amministrazione della cosa pubblica non ignorino le difficoltà economiche delle famiglie e promuovano iniziative di solidarietà, per educare i cittadini alla condivisione equa delle ricchezze a favore del progresso della società”; 3) “per gli educatori dei bambini e dei giovani, perché trovino soluzioni intelligenti per colmare le carenze affettive che possono compromettere la sana crescita umana, civile e religiosa delle nuove generazioni”.
In una totale confusione tra filantropia e carità, tra carenze affettive e valoriali, tra progresso civile e autentico progresso spirituale (fatti coincidere in queste preghiere in una prospettiva totalmente materialista), tra speranza tutta umana di un mondo migliore e quella cristiana che si volge invece oltre, altrove. Come se Gesù si fosse incarnato per farci star meglio, in salute, sul piano affettivo, sul piano politico, una sorta di rivoluzionario ante litteram che ha lottato “per un mondo migliore”, “per un futuro migliore”, per “una vita dignitosa”, “per il progresso della società”, per una “sana crescita umana, civile e religiosa” (anche qui tutto allineato relativisticamente!). Una Chiesa onlus, facilmente assimilabile alle tante organizzazioni laiche e d’impegno sociale e politico, senza più alcuna identità cristiana. Una Chiesa bruttissima copia, anzi pessima per il suo superficiale anelito, rispetto a certi partiti politici e ai sindacati, ad alcuni movimenti umanitari, alle stesse istituzioni cosiddette democratiche. Di nuovo, come già denunciato dal grande Burckhardt, una Chiesa pronta ad alimentare le macine del potere. Un potere culturale e ideologico e non mi meraviglierà se fra non molto, entreranno in queste preghiere anche quelle a favore degli animali, ovviamente quelli antropomorfizzati e al servizio del piacere umano.
Di queste preghiere ne vorrei considerare due in particolare, entrambe ascoltate nella liturgia del 3 novembre: la 1) e la 3).
Nella 1) tutto sembra ristretto alla comunità cristiana dove i pastori sono chiamati a far bene valutare i beni della terra soprattutto alle comunità più ricche. Quale dovrebbe essere la continuazione della preghiera? Far capire loro che in questi beni alligna la tignola (Mt 16, 19), che non hanno vero valore, che sono effimeri e non danno la gioia autentica. E invece la preghiera prosegue in completa ambiguità: la continua ricerca, infatti, di ciò che giova al vero bene di ogni cristiano, esclude che si abbia già la risposta! Se devo continuare a ricercare ciò che davvero giova come vero bene per ogni cristiano, evidentemente quella ricchezza entra a pieno titolo dentro il “vero bene” che si ricerca. Non c’è da ricercare nulla, perché il vero bene non è di questo mondo e non appartiene certo ai beni di questo mondo! E il “vero bene” non può essere legato alla ricchezza.
Nella 3) esplode la banalità psicologista! Con famiglie inesistenti, visto che da ogni parte c’è un attacco alla famiglia, con una totale assenza della Chiesa come educatrice di valori autentici e non di mero benessere terreno, si va poi a chiedere di trovare soluzioni intelligenti per colmare le carenze affettive che possono compromettere la sana crescita umana, civile e religiosa delle nuove generazioni. Lo scopo è il bravo cittadino, integrato, benpensante, borghesemente ricco senza eccessi, dal comportamento responsabilmente green, contento e appagato della sua vita, democraticamente libero di fare quello che vuole entro i limiti della legge (non certo della morale!): insomma un filisteo!
Ma cosa vuole questa Chiesa con queste preghiere? Un paradiso terrestre? Una religione da consumarsi come consolazione, aiuto psico-fisico di fronte alle difficoltà della vita? Una sorta di oasi buonista davanti al male del mondo? Una stampella al pensiero dominante? Una catarsi della coscienza per continuare a vivere come già si vive?
Il cristiano è un esule. Il suo Maestro è stato espulso dalla storia e ammazzato come un malfattore. Come possiamo vedere nel mondo il nostro orizzonte cristiano? Solo Gesù. Soltanto Lui è il fondamento e il significato della vita. Il resto è nullità.