La lunga riflessione che condivido in pieno va letta nel nostro contesto storico attualmente disorientato e occupato da falsi obiettivi spacciati per scopi importanti o finalità decisive alla vita, come certi pseudodiritti e pseudovalori. Una sorta di pigrizia mentale ha ormai invaso tutti noi, troppo schiacciati sulle banalità del quotidiano e poco propensi ad affrontare qualcosa di importante davvero e che non si confonda con la mera sopravvivenza. Tutti dicono tutto e non c'è autorevolezza che possa fare da riferimento, perché in questa equivalenza di opinioni, ognuno pesca quelle che più gli fanno comodo e che possono sorreggere le proprie tesi. In base a cosa indicare a un giovane qualcosa di vero? Mi risponderà che è mia opinione e che il vero non esiste. Così ciascuno si sente in diritto di dire la sua, anche se è una sciocchezza e anni di studio e faticoso approfondimento sono facilmente valicati per diffusione e conoscenza dalle affermazioni di un cantante di trascurabile levatura o dai cosiddetti opinion leaders, la cui fama è legata al nulla, al futile, alla superficialità dell'immagine e del sapiente utilizzo dei "media". Domina l'immagine, il successo, il potere economico, la diffusione invasiva, l'omologazione e parlare dell'alterità come valore fondante è persino incompreso. Oggi sentivo durante la funzione liturgica celebrare alcune donne incinte presenti, applaudite e benedette dal sacerdote, come se questo fosse un valore. E' qualcosa che appartiene al mondo femminile anche animale e non si vede il motivo, né umano, né cristiano, specifico. Inoltre, sino a quando non subentra il battesimo, quella nascita, come viene interpretata da tutti i popoli mediante i propri riti di passaggio, non ha valore perché è destinata al nulla della morte. Ancora una volta, la confusione pretesca tra generato e creato è causa di confusione: la vita è sacra perché è progetto di creazione, ma la sua generazione, senza il battesimo, la lascia nell'insensato. Anche il verme ritiene sacra la sua vita, tanto che, poveretto, cerca di difenderla in ogni modo. Ma non sta nella vita il senso della vita. Altrimenti saremmo accomunati persino ad una pianta. Se non guardiamo con distacco la vita e di cosa davvero abbiamo bisogno, ne rimaniamo animalmente soggiogati e a quel punto, ciascuno baderà a se stesso e, solo per mero gregarismo animale, avrà momenti di solidarietà in talune circostanze drammatiche. Un lasciarsi vivere senza alcuna identità e specificità umane. L'attuale nostalgia e passione per la "natura", il "naturale" e l'"animale" è la via semplicistica per facilitare la soluzione dei problemi, visto che l'animale, i problemi, a parte la propria sopravvivenza, non li ha. E' difficile essere uomini e vivere questa identità con responsabile consapevolezza.
La lunga riflessione che condivido in pieno va letta nel nostro contesto storico attualmente disorientato e occupato da falsi obiettivi spacciati per scopi importanti o finalità decisive alla vita, come certi pseudodiritti e pseudovalori. Una sorta di pigrizia mentale ha ormai invaso tutti noi, troppo schiacciati sulle banalità del quotidiano e poco propensi ad affrontare qualcosa di importante davvero e che non si confonda con la mera sopravvivenza. Tutti dicono tutto e non c'è autorevolezza che possa fare da riferimento, perché in questa equivalenza di opinioni, ognuno pesca quelle che più gli fanno comodo e che possono sorreggere le proprie tesi. In base a cosa indicare a un giovane qualcosa di vero? Mi risponderà che è mia opinione e che il vero non esiste. Così ciascuno si sente in diritto di dire la sua, anche se è una sciocchezza e anni di studio e faticoso approfondimento sono facilmente valicati per diffusione e conoscenza dalle affermazioni di un cantante di trascurabile levatura o dai cosiddetti opinion leaders, la cui fama è legata al nulla, al futile, alla superficialità dell'immagine e del sapiente utilizzo dei "media". Domina l'immagine, il successo, il potere economico, la diffusione invasiva, l'omologazione e parlare dell'alterità come valore fondante è persino incompreso. Oggi sentivo durante la funzione liturgica celebrare alcune donne incinte presenti, applaudite e benedette dal sacerdote, come se questo fosse un valore. E' qualcosa che appartiene al mondo femminile anche animale e non si vede il motivo, né umano, né cristiano, specifico. Inoltre, sino a quando non subentra il battesimo, quella nascita, come viene interpretata da tutti i popoli mediante i propri riti di passaggio, non ha valore perché è destinata al nulla della morte. Ancora una volta, la confusione pretesca tra generato e creato è causa di confusione: la vita è sacra perché è progetto di creazione, ma la sua generazione, senza il battesimo, la lascia nell'insensato. Anche il verme ritiene sacra la sua vita, tanto che, poveretto, cerca di difenderla in ogni modo. Ma non sta nella vita il senso della vita. Altrimenti saremmo accomunati persino ad una pianta. Se non guardiamo con distacco la vita e di cosa davvero abbiamo bisogno, ne rimaniamo animalmente soggiogati e a quel punto, ciascuno baderà a se stesso e, solo per mero gregarismo animale, avrà momenti di solidarietà in talune circostanze drammatiche. Un lasciarsi vivere senza alcuna identità e specificità umane. L'attuale nostalgia e passione per la "natura", il "naturale" e l'"animale" è la via semplicistica per facilitare la soluzione dei problemi, visto che l'animale, i problemi, a parte la propria sopravvivenza, non li ha. E' difficile essere uomini e vivere questa identità con responsabile consapevolezza.