Mi sono accorto, semmai ce ne fosse stato bisogno, che ho sempre da imparare anche su argomenti che avevo da tempo affrontato accademicamente, quando ero studente alla Gregoriana. Casualmente ho assistito durante la celebrazione dell’Eucaristia ad un Battesimo e ho trovato significati che erano certamente sottintesi, ma meno evidenti ed espliciti di ciò che pensavo. E, credo che questo accada non soltanto per me. Vediamo alcuni passaggi-chiave che mi si sono illuminati durante il rito e sui quali scrivo qui le mie riflessioni.
1. Ruolo del padrino e della madrina. Popolarmente si assegna a queste due figure il ruolo di aiuto o complemento educativo verso i genitori del battezzato affinché sia svolta sino in fondo una formazione cristiana del piccolo. Una sorta di ruolo-stampella che quasi rende superfluo, operativamente, il loro ruolo, ruolo che, però, si manterrebbe essenziale soprattutto per tradizione popolare ed implicito segno di amicizia e riconoscimento nei loro confronti, fatto dalla scelta dei due genitori naturali.
2. Tra le letture da svolgere durante il rito c’è quella di Nicodemo che va ad incontrare Gesù di notte. Qui compare il passaggio decisivo: «Gli rispose Gesù: .In verità, in verità ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio..
Gli dice Nicodemo: . Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare di nuovo nel seno di sua madre e rinascere?..
Gli rispose Gesù: .In verità, in verità ti dico, se uno non nasce dall'acqua e dallo Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne, e quel che è nato dallo Spirito, è spirito..» (Gv 3, 2-6).
L’interpretazione diffusa, non certo sbagliata ma forse riduttiva, è la profonda renovatio che si ha con il Battesimo, dove si rinasce a nuova vita.
3. Unzione con il Sacro Crisma. Il celebrante dice: «Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, vi ha liberato dal peccato e vi ha fatto rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo, unendovi al suo popolo; egli stesso vi consacra con il crisma di salvezza, perché inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta, sia sempre membra del suo corpo per la vita eterna». Quindi, senza proferire parola, il celebrante fa l'unzione con il sacro crisma sul capo del battezzato.
Questi tre passaggi-chiave mi hanno sollecitato le seguenti considerazioni:
1.- Il piano della generazione è sottoposto al peccato originale, proprio quello che il Battesimo deve cancellare. La cancellazione del peccato originale ripristina, per chi lo vuole, aderendo a Cristo, il piano della salvezza della Creazione, condizione antecedente il peccato e dove non c’è dolore e morte. ed è Cristo il crocevia tra generazione e Creazione. Egli, infatti, è generato, non creato. Noi siamo creati e generati; gli angeli sono solo creati. L’intersezione del Creatore nel mondo del peccato, quello della generazione, è equivalente alla Salvezza, alla Redenzione. Egli è Salvatore e nuovo Adamo che, dentro il piano generativo scelto dall’uomo, indica la Via della vera Vita. E lo fa pagando sulla Sua persona le conseguenze del peccato, soprattutto il dolore e la morte. Con Gesù si apre all’interno della generazione la possibilità concreta d’intraprendere la strada della Creazione, seguendo il Suo esempio, credendo in Lui, testimoniando la Sua Parola. È la compresenza del tempo compiuto, il καιρός, quello esaurito in e con Cristo, e del χρόνος, il tempo che scorre e che si consuma. E qui può inserirsi il significato della madrina e del padrino, una tradizione che, prima di deteriorarsi in aspetti marginali e di usanza acritica, ha un significato davvero profondo. Il padre e la madre biologici hanno permesso la vita naturale, l’appartenenza al piano della generazione, alla realtà che di per sé, prima del Battesimo, è sotto il velo del peccato e, per questo, bisognosa di Redenzione. Ma il padre e la madre biologici non possono confondersi con il padre e la madre di una nuova vita, di una vita che è inserita nel piano della salvezza, nel progetto della Creazione. Ed ecco che alla madre biologica si sostituisce la madrina e al padre biologico proporsi il padrino, i nuovi genitori di una nuova vita. Un significato che proviene da tutta la tradizione della storia delle religioni e che, in modi diversi, caratterizza tutte le manifestazioni religiose, naturali e positive. E nel sacramento cristiano, questo diventa il vero passaggio di qualità, dalla realtà della generazione alla possibilità salvifica della creazione: Gesù, per questo motivo, ricorda che “Chi crede e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16). Ogni volta siamo chiamati, nella vita generata a scegliere di appartenere a questa o al disegno salvifico della Creazione che il Battesimo ci ha aperto e che Cristo ha compiuto con la Sua Resurrezione. Il fatto che anche Gesù abbia voluto battezzarsi è rivelativo sotto diversi punti di vista: accettando il Battesimo, Egli ha chiarito come esso non avrebbe dovuto più essere interpretato quale rito di sola purificazione, ma un completo atto di riconciliazione tra l’uomo e Dio: gli uomini si sarebbero purificati dal peccato originale, quello che segna il piano della generazione. Cancellando il peccato originale, l’uomo sceglie (in verità lo farà da adulto con il sacramento della Confermazione del Battesimo, ma che nei primissimi mesi di vita è una scelta fatta dai genitori consapevoli che non esiste la sola vita biologica della quale sono stati artefici) la via possibile che lo avvicina a Dio, rendendosi partecipe della Sua grazia. Così, appena battezzato, uscendo dall'acqua, si videro squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento". Il Battesimo indica con chiarezza di quale Padre si sta parlando, del vero Padre.
2.- Cosa significa “nuova vita”?. Non significa rinvigorire la vita biologica, darle forza e sostegno, magari anche consolazione e serenità. Il Battesimo non ci dà una stampella per rendere più accettabile il vivere o per avallare, direttamente o indirettamente, questa nostra vita animale sulla terra. Battezzarsi significa denunciare l’insensatezza della vita biologica, condannata dal peccato alla morte, o, se si vuole, in modo argomentato e forse più chiaro, all’illusione di essere come Dio (l’antica serpentina tentazione) cioè di essere autoreferenti, pretestuosamente autosufficienti. Significa, invece, che mediante il Cristo si è aperta una possibile alternativa alla generazione, un’alternativa che ripristina la condizione pre-peccato, cioè quella non soggetta al limite e alle sue conseguenze, ma quella connessa vitalmente al progetto di Dio, ad una vita vera, non destinata al dolore e alla morte perché libera dal peccato. Paradossalmente, per essere chiaro, chi non crede alla Redenzione o non è battezzato non può permettersi di giudicare la natura come buona e giusta, e la stessa vita come significativa. Per questo motivo tutti quei non credenti che hanno denunciato questa situazione, da Leopardi a Nietzsche, sono meritevoli di attenzione, perché pur non trovando o rifiutando la risposta, hanno capito, hanno ben compreso che senza Dio nulla ha significato in quanto tutto è condannato alla decadenza, al fluire, all’effimero e alla morte. La commistione confusa che spesso avviene in seno alla Cattolicità è quella di giustificare le celebrazioni della natura pur non avendo essa avuto una Redenzione, pur essendo ancora sotto il velo del peccato, rendendo superfluo e flatus vocis sia l’Incarnazione che il peccato originale con il connesso rito del Battesimo. Se la natura fosse bene così com’è, perché il Salvatore? Perché il Battesimo? Perché una vita nuova, quando questa è già di per sé bene? C’è una cesura possente che, viceversa, viene trascurata. Poi, però, in questo contesto, si richiede il Battesimo che, in questo modo, è scaduto a mera abitudine e tradizionale usanza (più o meno) diffusa. Il Battesimo propone, a chi lo vorrà (come sembra dall’aver accettato il Sacramento) una strada ben precisa: aver strappato al nulla della generazione quel bambino/adulto battezzando per inserirlo, se vorrà (come sembra dall’aver accettato il Sacramento) entro il piano della salvezza, perché il divino si è fatto uomo, e, con l’estremo sacrificio della crocifissione ha raccolto in sé e redento ogni possibile umana sofferenza e poi risorgendo ha indicato quale conseguenza avrà chi ha scelto di vivere il Battesimo, cioè l’appartenenza al progetto della Creazione, non sedotto e accontentato dalle effimere banalità del piano generativo.
3.- Il battezzando è unto con il sacro Crisma perché diventa come l’Unto, Cristo, Χριστός, מָשִׁיחַ, «unto». E come tale è partecipe della Sua Resurrezione. Tutto questo è possibile grazie al Battesimo, senza il quale si resta avviluppati al mero piano generativo, al suo transeunte senza senso, semplicemente votato alla cieca riproduzione di sé, come qualunque pianta o animale. La differenza qualitativa profonda che c’è tra il piano generativo e quello creativo si riflette nella distinzione tra profano e sacro.
Ciò che è invece santo, non può che esserlo dopo che il sacro si è incarnato nel profano, dando ad esso un significato, un modello, un valore. Non ci sono santi prima di Cristo. Con il Battessimo ognuno di noi può essere santo, perché santificato dal Cristo, non certo dagli uomini.