Si tratta dell'affermazione che forse meglio di altre evidenzia l'ambiguo rapporto di Nietzsche con il Cristianesimo: rifiuto e attrazione. Tutto il suo pensiero, malgrado alcune facili assimilazioni a posizioni atee o anticristiane, molte volte pare una vera e propria nostalgia per qualcosa di così puro e perfetto che, con amarezza, egli vide espresso soltanto in Gesù di Nazareth. Non si dimentichi che il teologo agnostico Franz Camille Overbeck, amico di vecchia data, sin dagli anni di Basilea e l'unico a rimanere, lungo gli anni, nelle simpatie nietzscheane, sino a diventare amministratore delle famiglie della madre e della sorella di Nietzsche, definì l'amico un riformatore del Cristianesimo, un naufrago che aveva tentato la strada della riforma, dove sarebbe stato necessario liberare l'annuncio di Cristo da ogni utilizzo a favore del potere e liberarlo dai tanti compromessi nei quali era caduto lungo i secoli. Resta il fatto che permane ancora zona buia quella che Nietzsche visse nei suoi rapporti con il Cristianesimo. Come non avere compassione e, tuttavia, come continuare ad accettare l'indicazione cristiana di farci carico del fardello penoso del prossimo? Come cercare di star fuori da una tradizione che è giudicata ormai decaduta e morente e, tuttavia, nel contempo, come non trovare l'annuncio evangelico il più coinvolgente e autentico?
Si tratta dell'affermazione che forse meglio di altre evidenzia l'ambiguo rapporto di Nietzsche con il Cristianesimo: rifiuto e attrazione. Tutto il suo pensiero, malgrado alcune facili assimilazioni a posizioni atee o anticristiane, molte volte pare una vera e propria nostalgia per qualcosa di così puro e perfetto che, con amarezza, egli vide espresso soltanto in Gesù di Nazareth. Non si dimentichi che il teologo agnostico Franz Camille Overbeck, amico di vecchia data, sin dagli anni di Basilea e l'unico a rimanere, lungo gli anni, nelle simpatie nietzscheane, sino a diventare amministratore delle famiglie della madre e della sorella di Nietzsche, definì l'amico un riformatore del Cristianesimo, un naufrago che aveva tentato la strada della riforma, dove sarebbe stato necessario liberare l'annuncio di Cristo da ogni utilizzo a favore del potere e liberarlo dai tanti compromessi nei quali era caduto lungo i secoli. Resta il fatto che permane ancora zona buia quella che Nietzsche visse nei suoi rapporti con il Cristianesimo. Come non avere compassione e, tuttavia, come continuare ad accettare l'indicazione cristiana di farci carico del fardello penoso del prossimo? Come cercare di star fuori da una tradizione che è giudicata ormai decaduta e morente e, tuttavia, nel contempo, come non trovare l'annuncio evangelico il più coinvolgente e autentico?