In senso stretto, l’ateismo nichilista è l’unico veramente possibile, l’unico, intendo, coerente con la negazione di Dio Persona. Dal nulla solo Dio può averci tratto: senza di Lui, altro non resta che il nulla. Questo per dirla in termini generalissimi. Un tale coerente ateismo è stato realizzato “religiosamente”, come un prototipo, dal Buddhismo. Se il Brahmanesimo-Induismo ci ha insegnato a vedere nel “panteismo religioso” un ateismo seppure ancora implicito, confermato dalla sottintesa divinizzazione antropocentrica, il Buddhismo, apertamente, esclude le divinità dalla salvezza, una salvezza che pure richiede criticamente rispetto alla soluzione del Brahmanesimo-Induismo, ma che, dovendo affidare all’uomo, altro non trova che il nulla.
Da questo punto di vista dovrebbe risultare insuperabile un tale insegnamento: una salvezza affidata all’uomo, il tentativo solo umano di dare alla propria vita un senso, un orientamento, un significato, un valore fondante, non può che essere destinato al mero annullarsi, trovare nel nulla il proprio approdo ed il superamento di ogni stato di inquietudine. E' il Buddhismo a rappresentare il modello insuperabile e per questo educativo che senza Dio l'uomo non ha altra "salvezza" che il nulla.
Grazie, Professore.
Dopo aver letto questa sua riflessione, mi chiedevo come mai non si vedano in giro libri critici sul buddismo. Al contrario, se ne trovano a centinaia che lo esaltano e che insegnano (forse senza neanche autentica competenza) come praticarlo.