L’attuale gestore della Chiesa Cattolica, Bergoglio, non ha perso occasione per aggiungere una nuova perla al suo scellerato pontificato. Pur nelle enormi difficoltà di mobilità e mettendo a rischio il sistema di sicurezza ha trovato opportuno andare a trovare Emma Bonino, giustificando la sua visita perché la Bonino, a suo dire, costituirebbe un esempio di lotta coraggiosa, coerente ed altre banalità di questo genere, in linea e in continuità con quanto già nel 2016 aveva dichiarato, definendo la Bonino una “grande dell’Italia di oggi”. Vorrei chiedere a questo gestore se si è mai chiesto quale confusione può generare tutto questo presso i giovani, già così disorientati in una contemporaneità piatta, edonista e vuota. La Bonino è stata fondatrice del “Centro d’informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto” ed ella stessa autoaccusatasi di procurato aborto (e già questo basterebbe a tenerla lontano da ogni relazione), antiproibizionista, istigatrice alla droga vendendo addirittura siringhe a New York dove viene giustamente arrestata, sostenitrice del divorzio, dei diritti LGBT e della legge “fine vita”. Tutto quello che d’importante certamente la Bonino ha fatto è nella pura logica immanente, storica, politica, avendo come fondamento la mera solidarietà di specie, valore transeunte e con radici animali, presente infatti presso tutte le specie gregarie. Senza un fondamento trascendente quest’attività non ha che un valore transitorio, effimero, opinabile, perché non basato sull’Assoluto. Se l’altro fosse un assoluto, avrebbe fondato la sua attività in Dio, l’Assoluto appunto. Ma allora non avrebbe fatto le scelte politiche che ha fatto. Come si può proporre una donna così come modello? Lo può essere, anzi lo è sicuramente sul versante politico e storico, ma non può essere un modello avallato sul piano religioso, addirittura da chi dovrebbe essere guida e pastore della Chiesa.
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Se non ho lasciato la Chiesa cattolica per tutto questo schifo è grazie a lei professore.